Non tutti i semi sono uguali: non è infatti automatico che siano in grado di germinare. Affinché la maggior percentuale di essi dia il risultato, i semi di piante autofiorenti devono essere stati raccolti e poi curati in condizioni ottimali, ovvero mantenendo parametri ben determinati di temperatura e umidità.
Perciò, al fine di evitare brutte sorprese, è sempre buona norma informarsi in modo accurato sul fornitore dei semi e cercare di capire se le condizioni di conservazione siano state rispettate veramente, in modo tale che le sementi siano in grado di germogliare con successo.
Scegliere semi di case produttrici affermate sul mercato a livello internazionale, molte volte è la scelta consigliata.
Per germinare con i dischetti jiffy (bio-degradabili) si consiglia di acquistare i seguenti prodotti:
- Miniserra (opzionale)
- Dischetto jiffy
- Stimolatore di radici
- Nebulizzatore
- Preparare la soluzione con 3litri di acqua e 10ml di stimolatore di radici (esempio: Biobizz root juice) e riempire un secchio o recipiente.
- Inserite i dischetti jiffy nella soluzione per circa 10/15 minuti fino a che i dischetti siano visivamente gonfiati.
- Scolateli dalla soluzione in eccesso e posizionateli dentro la miniserra.
- A questo punto potete inserire i semi nei jiffy, assicurandovi di spingere il seme almeno mezzo cm sotto la superficie del dischetto.
- Una volta sviluppato l'apparato radicale, prendete il jiffy (non toccate con le mani la pianta o le radici) ed inseritelo nel vaso con la terra o fibra di cocco.
- Potete continuare ad annaffiare con la soluzione contenente lo stimolatore di radici.
La temperatura è sicuramente un fattore molto importante della germinazione e quindi una miniserra riscaldata oppure un tappetino riscaldato aiuterebbe di sicuro.
Anche l'umidità è un fattore importante, per la fase di germinazione si consiglia di mantenerla intorno al 70/80%.
Una volta che il seme esce dal jiffy ha bisogno di luce e la più adatta è una luce neon da propagazione a 9500°K (opzionale)
Iniziate a fertilizzare fin da subito il terreno mescolando il fertilizzante per autofiorenti all’acqua: lo stesso procedimento deve essere utilizzato durante i primi 20 giorni, innaffiando con acqua mista e un buon stimolatore di radici come Atami Root Stimulator ogni 3 giorni, e comunque facendo attenzione alla secchezza del terreno.
NOTA BENE: con le piante autofiorenti è meglio rischiare di annaffiare meno che troppo. Se infatti la pianta riceve poca acqua, continua a vivere, mentre una eccessiva quantità di irrigazione potrebbe danneggiare le radici e compromettere la salute. Perciò è bene tenere d’occhio il terriccio e, invece di procedere in maniera schematica, è preferibile saltare un giorno di innaffiatura se si osserva che il terreno è ancora piuttosto umido.
Come abbiamo visto prima, infatti, lo sviluppo delle radici è importantissimo affinché si possa ottenere la massima resa dai fiori, e se le radici non si “sforzano” di trovare acqua potrebbero impigrirsi e smettere di crescere, oppure marcire o non ricevere abbastanza ossigeno.
Un altro indicatore che può aiutare il coltivatore a capire se le piante hanno bisogno di acqua sono le foglie: se sono un po’appassite, allora indicano che c’è bisogno di acqua, e basterà aggiungerne un po’ perché riprendano il loro aspetto originario.
Attenzione ai vasi piccoli: si prosciugano più velocemente di quelli grandi. Passate circa 2 settimane, le piante dovrebbero aver raggiunto una dimensione di circa 50 cm: a questo punto il fertilizzante dovrebbe essere composto di materie prime organiche, affinché sia sostenuta la crescita vegetativa della pianta.
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